Poeti oggi
Ieri 21 ottobre 2025, martedì alle 17:30, sono andata nello Spazio Cult che si trova sui Bastioni di Alghero dove ho assistito alla presentazione dell'ultima raccolta di poesie di Nello Pibiri, "Il sorriso di John Cage". Confesso che non ho capito fino in fondo quanto è stato detto, e ad un certo punto mi sono messa a seguire i miei pensieri che mi hanno condotta in un luogo e in un tempo veramente lontani. Mi ha colpito la frase che rimarcava la ricerca musicale odierna che fa scoprire suoni nuovi, che stupiscono; a quel punto mi è comparso un uomo del Paleolitico inferiore mentre attraversava il suo territorio e ho pensato che anche a lui poteva capitare di meravigliarsi di alcune sonorità che percepiva per la prima volta. La sua attenzione a suoni e rumori lo ha condotto nel tempo a riprodurli e a farne delle composizioni piacevoli all'orecchio, apprezzabili anche da altri suoi simili. Posso capire che dopo decine di migliaia di anni e con un bagaglio di musiche smisurato ci sia ancora la ricerca di suoni nuovi, ma non capisco come si possa pensare di proporli, come puri suoni, in un concerto. Un ricercatore scientifico non si sognerebbe mai di proporre le fasi della sua ricerca ad una platea, a meno che non si tratti di studenti.
Ho continuato nelle mie divagazioni, ho pensato che l'arte contemporanea è in forte crisi e mi è venuto spontaneo il pensiero che dopo decine di migliaia di anni l'uomo oggi non trova di meglio da fare che ritornare ai primordi quando un suono appariva (ed era) nuovo e sorprendente, quando si tracciavano linee su una pietra per voler raffigurare un'idea che al momento non trovava altro mezzo per essere comunicata e trasmessa. Una linea era forse un viaggio? Era la traiettoria seguita dall'amato bene che era morto in un attimo, seguendo vie ignote? E, a ben pensarci, si potevano anche tracciare tante linee, parallele, incrociate ... e si potevano imprimere le impronte delle mani colorate di ocra per dire: io ci sono, sono stato qui, sono esistito.
Al momento la più antica manifestazione artistica risale a 73.000/75.000 anni fa ed è costituita da segni tracciati su una pietra nel sito di Blombos in Sudafrica.
Se oggi vedessimo questi segni su una tela d'artista non ci meraviglieremmo. Una linea può voler dire tutto e il contrario di tutto. Siamo bravi a raccontare, e non è difficile inventare storie.
Ma come era la poesia? Delle poesie non è rimasta traccia, si sono perse nell'aria, e sono irrecuperabili. Chissà, forse erano parole faticosamente cercate in quel primo vocabolario per dire "mi piaci molto", o per esprimere l'angoscia di una vita che mostrava già i suoi invalicabili limiti, oppure, chissà, lo struggimento di un plenilunio estivo con quei tanti occhi splendenti che arrivavano dall'universo su giovani innamorati persi in un confuso groviglio di passioni, o l'infinito amore di una mamma che stringeva il neonato con il timore che potesse esserle strappato da un ineluttabile destino, come aveva visto accadere più e più volte. La poesia ha dovuto attendere che l'uomo inventasse dei segni trasmissibili nel tempo per fissare le parole e quindi ci è arrivata già evoluta, con i suoi bei versi, la sua musicalità, le sue codificazioni bell'e fatte. E ora l'avanguardia ritorna a quel primo poeta senza penna, recupera l'essenzialità delle immagini, le spreme fino ad ottenere un concentrato nel quale si fatica a riconoscere l'emozione dell'artista.
Oggi l'arte apre i suoi sentieri tra gli infiniti stimoli offerti da quanto arriva incessantemente dal web. Abbiamo anche frequenti sospetti sulle musiche ascoltate, sulle storie lette, sulle immagini osservate. Ci chiediamo se sono veramente opera dell'uomo o se piuttosto non provengano dalla macchina che rielabora i nostri prodotti per crearne altri, paradossalmente più gradevoli e perfetti, mentre noi addormentiamo ragione e sensibilità per adagiarci su letargici sonni della mente.
E ora due parole sulla mia esperienza. E' la seconda volta che partecipo ad una presentazione nello Spazio Cult. Impressione positiva sul luogo, intimo, ottimo per una ventina di persone, ambiente piacevole e accogliente. Il poeta e musicista Nello Pibiri, si sa, è molto colto e profondo nell'esplorazione dei vissuti intimi ed esterni. I suoi versi non sono proprio di immediata comprensione ma riescono ugualmente a trasmettere sensazioni e significati.
