1962 - Torre di Sulis.
Cupola di San Michele di Alghero **** Modello realizzato da Enrico G. Ceravola **** DDD Via G.Verdi n° 10 Alghero *************************************************************************************************************************************************************** BLOG ALGHERO ***************************************************
giovedì 19 dicembre 2024
Paoletto Dessì
1962 - Torre di Sulis.
giovedì 30 maggio 2024
Piazza Antonio Michele Balzani
Alla fine di via Gilbert Ferret, poco prima di svoltare per Via Principe Umberto si nota sulla destra l'indicazione di una piazza intitolata a Antonio Michele Balzani. Naturalmente chi la vede si chiede chi sia questo personaggio del quale non si dice altro che il nome.
La targa insiste in uno spazio aperto che evidentemente è il risultato del crollo di un palazzo a causa di una bomba. Solo recentemente e in maniera puramente casuale ho saputo il nesso tra il personaggio e la piazza.
Il palazzo era abitato dal falegname Antonio Michele Balzani e dalla sua famiglia. Il 17 maggio 1943, al suono delle sirene che preannunciavano l'arrivo degli aeroplani bombardieri degli "alleati", Balzani si è rifugiato con altre venticinque persone nella falegnameria situata nel sottano del palazzo, che risultava più sicuro. Purtroppo una bomba ha centrato in pieno l'edificio che è crollato. Le macerie hanno ostruito le uscite e dunque i rifugiati non avevano più la possibilità di lasciare il fabbricato. Balzani ha ricordato che in un angolo della falegnameria c'era un picco che però era senza manico. Ha afferrato l'attrezzo e nel buio pesto della falegnameria ha iniziato a colpire il muro sapendo che il magazzino arrivava fino a via Ardoino. Praticato il foro tutti sono potuti uscire anche se con qualche difficoltà e alcuni, più robusti, sono stati aiutati nel passaggio anche se si sono procurati qualche escoriazione. Una volta all'aperto, si sono subito diretti in periferia e sono andati nel terreno di Lodoni, nella zona dei Passionisti.
L'intitolazione dunque vuole ricordare un episodio finito bene nonostante le condizioni proibitive create dal crollo del palazzo. Una lapide esplicativa sarebbe d'obbligo per spiegare le motivazioni del ricordo.
Il fatto mi è stato raccontato da Francesco Balzani, figlio di Antonio Michele.
Foto di Arturo Usai scattata il 18 maggio 1943 nella quale si nota come le macerie del palazzo tutte accumulate sulla strada impediscono ogni via d'uscita. A vedere questa immagine si stenta a credere che i rifugiati si siano tutti salvati.
Pare che in quella tragica notte siano morti ad Alghero più di cento abitanti.
martedì 19 marzo 2024
Festival della Canzone Algherese
IL X FESTIVAL DELLA CANZONE ALGHERESE
di Franco Ceravola Rosella
Cinema Teatro Selva: Festival della Canzone Algherese
L'aspetto che ogni volta polarizza il mio interesse è l'indefinibile spessore culturale con il quale, pur compartecipe, non riesco ad identificarmi per motivi che spiegherò in seguito.
Parauras de Franco Ceravola Musica de Enrico G. Ceravola
L'Alghè
s'anzen
mira las framaras
L'Alghè mori
Asvanara de
sol
Aspragia dururosa
L'Alghè mori
Ama 'l cor unfrat
de por
Son
passaz coma colbus
Lus aeroplans tigniz de negra
gitant
bombas arreu
damunt de 'cheglias casas probas
I musaltrus
criaturas
giugavan a glium de candera
ne la butiga del
sabatè
tra las
botas
del vi.
Ta
racoldas o ma'?
Tu
has vist cara las bombas
damunt de las torras.
Mès talt
sem dabasciaz
nels carrarols tancaz
de las parez calguras
i
havem salcat lus racols
tra la boviras dasfetas.
Ara no
mès
Ara io vul pultà
an campagna las criaturas
pe'
sa umprì de velt
I vul vera beglias mignonas
culgaras en
la rena
a custat de una mar trasparenta
Vul fabricà
fultins de amor
i muraglias de pau
vul anà a mig de las
astreglias…
Canzone presentata al X Festival della canzone algherese, del 29-30 maggio 1987, cantata da Pietro Fiori.
TRADUZIONE IN ITALIANO
UNA CANZONE PER LA PACE
guarda le fiamme
Alghero muore
svenata di sole
Spiaggia dolorosa
Alghero muore
con il cuore gonfio di paura
sono passati come corvi
gli aeroplani tinti di nero
lanciando bombe in quantità
su quelle case povere
e noi bambini
giocavamo a lume di candela
nella bottega del calzolaio
tra le botti del vino
ti ricordi, ma'
tu hai visto cadere le bombe
sulle torri
Più tardi siamo scesi
nelle strade chiuse
dai muri caduti
e abbiamo cercato i ricordi
tra i soffitti distrutti
Adesso non più
adesso io voglio portare
i bambini in campagna
per riempirsi di verde
e voglio vedere belle ragazze
sdraiate sulla sabbia
vicino ad un mare trasparente
voglio fabbricare fortini d'amore
e muraglie di pace
voglio andare tra le stelle