giovedì 30 maggio 2024

Piazza Antonio Michele Balzani

 


Alla fine di via Gilbert Ferret, poco prima di svoltare per Via Principe Umberto si nota sulla destra l'indicazione di una piazza intitolata a Antonio Michele Balzani. Naturalmente chi la vede si chiede chi sia questo personaggio del quale non si dice altro che il nome.

La targa insiste in uno spazio aperto che evidentemente è il risultato del crollo di un palazzo a causa di una bomba. Solo recentemente e in maniera puramente casuale ho saputo il nesso tra il personaggio e la piazza.

Il palazzo era abitato dal falegname Antonio Michele Balzani e dalla sua famiglia. Il 17 maggio 1943, al suono delle sirene che preannunciavano l'arrivo degli aeroplani bombardieri degli "alleati", Balzani si è rifugiato con altre venticinque persone nella falegnameria situata nel sottano del palazzo, che risultava più sicuro. Purtroppo una bomba ha centrato in pieno l'edificio che è crollato. Le macerie hanno ostruito le uscite e dunque i rifugiati non avevano più la possibilità di lasciare il fabbricato. Balzani ha ricordato che in un angolo della falegnameria c'era un picco che però era senza manico. Ha afferrato l'attrezzo e nel buio pesto della falegnameria ha iniziato a colpire il muro sapendo che il magazzino arrivava fino a via Ardoino. Praticato il foro tutti sono potuti uscire anche se con qualche difficoltà e alcuni, più robusti, sono stati aiutati nel passaggio anche se si sono procurati qualche escoriazione. Una volta all'aperto, si sono subito diretti in periferia e sono andati nel terreno di Lodoni, nella zona dei Passionisti.

L'intitolazione dunque vuole ricordare un episodio finito bene nonostante le condizioni proibitive create dal crollo del palazzo. Una lapide esplicativa sarebbe d'obbligo per spiegare le motivazioni del ricordo.

Il fatto mi è stato raccontato da Francesco Balzani, figlio di Antonio Michele.


Foto di Arturo Usai scattata il 18 maggio 1943 nella quale si nota come le macerie del palazzo tutte accumulate sulla strada impediscono ogni via d'uscita. A vedere questa immagine si stenta a credere che i rifugiati si siano tutti salvati.

Pare che in quella tragica notte siano morti ad Alghero più di cento abitanti.




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